Watch Dogs Tokyo: quando il mondo Ubisoft prende vita in un manga imperdibile

Ho recentemente iniziato il manga Watch Dogs Tokyo, incuriosita da come questo manga avrebbe reinterpretato e arricchito l’universo ideato da Ubisoft. La lettura si è rivelata sorprendentemente articolata: il fumetto unisce un ritmo serrato e ricco di azione a una riflessione profonda sulla società moderna, trasportando il lettore in una Tokyo tanto futuristica quanto avvolta in un’atmosfera oscura e misteriosa.
Ciò che colpisce subito è il contesto in cui si svolge la trama: una metropoli in cui la tecnologia J-ctOS permea ogni aspetto della vita pubblica e privata. Questa rete di sorveglianza, creata da Blume Corporation, serve a monitorare e controllare la cittadinanza, ma finisce anche per sollevare interrogativi etici sulla privacy e sulla manipolazione del potere. Il manga, infatti, non si limita a replicare le atmosfere dei videogiochi, ma si prende il tempo di approfondire le implicazioni sociali e morali di questo scenario distopico, unendo spionaggio, azione e riflessioni sull’intelligenza artificiale.
La storia prende il via con una missione al cardiopalma: Goda, ex poliziotto disilluso ma determinato, viene coinvolto in azioni rischiose al fianco di SSB, una hacker dei DedSec. Il loro rapporto è uno dei punti cardine della narrazione; il dinamismo tra un agente meticoloso e una hacker ribelle genera sia tensione che umanità, e il racconto progressivamente scava nel passato dei personaggi e nei motivi che li spingono a sfidare il sistema. Goda, in particolare, è ben caratterizzato: la sua freddezza e i dubbi sull’uso dell'intelligenza artificiale per la sicurezza pubblica aggiungono profondità al personaggio, ponendo implicite domande su quanto sia giusto sacrificare la libertà sull’altare della sicurezza.
Il ritmo narrativo risulta ben calibrato: l’alternanza di sequenze d’azione – rese con un tratto grafico che combina realismo e tensione cinematografica – e momenti di introspezione offre una lettura mai noiosa. Le scene di hacking, di inseguimenti urbani e le colluttazioni con la yakuza sono ben orchestrate e restituiscono il respiro di una Tokyo moderna, vibrante e piena di contraddizioni.
A livello visivo, spiccano le tavole dinamiche e l’impostazione moderna delle vignette, anche se un uso a tratti eccessivo di toni scuri e retini può appesantire alcune scene e rendere a volte le figure umane meno distinguibili dagli sfondi. Le ambientazioni notturne, però, contribuiscono a costruire l’atmosfera noir e high-tech che caratterizza l’intera opera.
Sul piano tematico, "Watch Dogs Tokyo" si muove tra thriller, poliziesco e critica sociale: si parla di sorveglianza di massa, corruzione del governo, criminalità organizzata e della sottile linea che divide giustizia personale e legalità. Gli spunti offerti sulla manipolazione delle informazioni e sull’identità digitale sono particolarmente attuali, anche se il trattamento dei temi risulta a volte un po’ superficiale, con dialoghi che sfiorano ma non approfondiscono la complessità delle questioni in gioco.
I lettori che già conoscono la saga videoludica apprezzeranno i numerosi richiami alle meccaniche di Watch Dogs – hacking, droni, robot, fughe rocambolesche – ma anche chi non è familiare con il franchise potrà seguire senza difficoltà la trama, ben spiegata e autonoma.
In definitiva, "Watch Dogs Tokyo" rappresenta una riuscita fusione tra intrattenimento e attualità: nonostante qualche ingenuità nei dialoghi e alcune soluzioni narrative prevedibili, offre un’esperienza di lettura coinvolgente e stimolante, soprattutto per chi è appassionato di storie distopiche a tinte noir, dove la tecnologia e le scelte morali sono sempre al centro della scena.
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